Voglio condividere una riflessione.

Siamo alla fine di un altro anno.

Il primo anno finalmente pulito dal Covid, dalle restrizioni e da un sistema che ci ha visto combattere, fino in fondo, una battaglia.

Con il senno di poi, non so se il Covid abbia dato vita ad una nuova umanità più consapevole, di sicuro ha fatto riflettere ognuno di noi su quanto la normalità sia davvero un bene prezioso.

I nostri bimbi sono figli del sistema Covid: sezioni in bolle, distanza, cortile diviso in spazi separati, sono figli di un piccolo pezzettino di vita “anomalo” che li ha aiutati a capire come l’adattamento sia una risorsa fondamentale per riuscire a combattere piccoli e grandi imprevisti.

La burrasca è passata, ciascuno di noi ha raccolto i propri cocci. Oggi abbiamo davanti bambini più temprati, più maturi, più consapevoli e anche più entusiasti. Spero che questa esperienza sia servita loro per affrontare discese, salite, crocevia e scelte.

Spero che il Covid abbia regalato la stessa risolutezza di cui mi sono cibata io sabato 20 maggio e martedì 23 maggio andando prima al Centro Tumori reparto di pediatria di Milano e poi all’ospedale Maria Letizia Verga a Monza (ospedale per la leucemia infantile) a consegnare i giochi, donati amorevolmente dalle nostre famiglie, durante il periodo della Quaresima.

Ho incontrato bambini piccolissimi con il sorriso stampato in faccia che hanno scartato il proprio regalo come se fosse il giorno di Natale. Ho incontrato genitori pervasi dal senso di impotenza, di disperazione, di incertezza. Ho incontrato mamme e papà costretti a stare in una dimensione temporale alienante, consapevoli che il loro “stare” fosse e sia l’unica cosa possibile.

Sono stata accolta, come se fossi una boccata di aria fresca, da mamme che non vedevano l’ora di condividere le loro situazioni, di condividere il loro tempo sempre così uguale, sempre scandito dai suoni di fine terapia e da ore di isolamento serratissimo.

Con la stessa risolutezza, la stessa dignità, la stessa gratitudine di quelle mamme, tornando a casa da entrambe gli ospedali, mi sono ripromessa che avrei scritto due righe su questa esperienza riflettendo sul fatto che la cura ha davvero mille sfumature!!!

Alessia