Tutti i bambini hanno delle caratteristiche in comune: sono spontanei, sinceri e quando si guarda nei loro occhi, si può scorgere una luce speciale che risplende d’amore e vivacità. Per questo io li amo indistintamente. In ogni sezione, ogni anno, si trovano diversi bambini e ognuno di loro ha una propria storia e un proprio vissuto da raccontare.
Le diversità che li caratterizzano sono sempre un mondo da scoprire, ogni volta si scopre qualcosa di nuovo e le soddisfazioni sono sempre tante. E’ grazie alle stesse che i bambini si rendono unici e meravigliosi.
Partendo da ciò che ho appena scritto, vorrei raccontare la storia di un bimbo, (che chiamerò solo con
l’ iniziale del suo nome per questione di privacy) una tra le tante, che ha una connotazione speciale. E. è giunto a scuola con fatiche comunicative molto evidenti a causa delle quali faticava ad esprimere quello che desiderava. È sempre stato un bimbo sensibile, dall’indole dolce. La sua dolcezza traspariva dal suo sguardo, che era il suo canale comunicativo, grazie al quale si capiva cosa il suo animo voleva raccontare.
Fin dai primi anni, oltre alla sua grande sensibilità e bontà, E. ha mostrato spiccata inclinazione alla determinazione e alla combattività, ha sempre avuto una grande voglia di imparare, di migliorarsi e stare insieme ai compagni.
Come per tutti, anche per lui i primi periodi a scuola non sono stati semplici, ma, nonostante le difficoltà, lui ha sempre combattuto e si è sempre impegnato tantissimo per affrontare e superare gli ostacoli. Tutto questo è stato possibile anche grazie alla grandissima collaborazione e disponibilità dei genitori e alla fitta rete educativa e didattica che si è instaurata, nel tempo, con collaboratori esterni.
Negli anni, con un severo e continuativo lavoro, sia da parte mia che della coordinatrice, che ringrazio immensamente anche per la sua costante presenza, E. con un po’ di fatica, ma con grande soddisfazione per tutti, è riuscito a superare e risolvere molte delle sue difficoltà.
Sicuramente il nostro impegno deve continuare e ci sarà ancora da lavorare molto, ma il gravoso problema di base si è ridotto moltissimo e il bambino si sta crescendo sempre di più.
Come insegnante, vederlo dopo questi anni ormai, così cresciuto, maturato e così cambiato, quasi pronto per intraprendere un nuovo viaggio per la scuola primaria, è una grande soddisfazione: un dono speciale!
Quando entro in sezione e lo vedo giocare con i compagni, comunicare e raccontare “come non ci fosse un domani”, mi si riempie il cuore di gioia.
Concludo dicendo che il nostro lavoro, soprattutto negli ultimi anni, non è assolutamente semplice, perché le difficoltà che individuiamo in alcuni bambini, sono tantissime, ma se siamo sostenute da una collaborazione sia del team scolastico, sia dei genitori che degli esperti esterni, il lavoro può essere sì molto impegnativo e faticoso, ma alla fine offre tante soddisfazioni che colmano il cuore, soprattutto perché i nostri bimbi, in qualsiasi condizione, sono sempre un dono meraviglioso.
Devo dire che leggere queste parole mi allarga il cuore. Questo succede perché nelle parole di Chiara, la maestra di questo bimbo speciale, si evince l’anima del nostro lavoro. Si legge lo sguardo, la progettazione, la competenza, il tempo che si dedica solitamente a questi bambini, l’impegno attraverso il quale si raggiungono grandi traguardi.
E. è un bambino speciale che mi ha insegnato come con la volontà possa valicare grandi limiti, come la fiducia nell’altro sia risorsa imprescindibile per oltrepassare grandi fatiche.
Io, da insegnante di sostegno, sono molto fiera di lui e, non faccio passare mai un giorno senza ricordarglielo, senza ricordargli come i suoi successi siano la risultante del suo impegno e del suo coraggio, che affiancati al “suo animo da signore”, lo rendono un bambino unico. Lo ringrazio sempre, in cuor mio, perché ogni incontro con lui è ricco di dolcezza, caparbietà e attenzione; E. mi insegna, ogni giorno, come fare delle proprie fatiche un’arma vincente.
La nostra parentesi di vita si sta quasi per concludere, intendo non perdere un attimo e intendo fare tesoro di questa grande opportunità: il nostro incontro ci ha reso migliori.
Grazie “piccolo grande ometto!!”
Chiara e Alessia (due maestre fiere)
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