Benvenuti a teatro, dove tutto è finto ma niente è falso!
Quando mi chiedono: “Che lavoro fai?’” e rispondo: “sono una maestra”, di solito la reazione più comune è: “Mamma mia, quanta pazienza!”. Come dare torto a queste persone, che mi vedono, a volte, come se fossi una “marziana?” Questo è un lavoro con mille e più sfumature e mille e più sfaccettature, dove ogni giorno è una scoperta. Il mio segreto è osservare semplicemente i miei bambini intanto che giocano per scoprire i loro mondi meravigliosi. Ogni volta mi sorprendo nel pensare a come tanta ricchezza sia racchiusa in corpicini così piccoli.
Quell’entusiasmo genuino che si scatena ad ogni nuova proposta raramente lo ritroveremo altrove, perché è risaputo che, un po’ di spontaneità la perdiamo per strada, crescendo. I bambini per fortuna ci ricordano che a volte è estremamente appagante lasciarsi andare all’euforia del momento. Ed è così che un giorno, a scuola, ho proposto un’iniziativa bizzarra e alquanto insolita per loro: “Bimbi oggi giochiamo al teatro visto che in questo momento non ci possiamo andare!” “Mamma mia, ma quanto si sono divertiti?” TANTISSIMO!!! E sapete perché? Semplicemente perché stare insieme, condividere, abbracciarsi, aiutarsi, ridere, litigare, fare pace, emozionarsi, darsi una spinta, essere amici, è la loro quotidianità, è la loro vita, è un insieme di elementi che fa scoprire loro, ogni giorno di più, che andare a scuola è proprio bello.
I bambini amano il gioco del “fare finta” e giocare al teatro è la forma che più si avvicina al gioco spontaneo che li caratterizza, la grande fantasia di cui sono dotati si concretizza nel
impersonificare storie e nel metterle in scena per poter esternare la propria emotività nascosta, comunicare la propria identità e riconoscere le proprie emozioni.
È estremamente appagante per un bambino essere il protagonista di una storia che conosce.
E così per una mattina siamo stati Cappuccetto Rosso, il lupo, la nonna, la Bella Addormentata, principi e fatine, siamo stati il pubblico, attento e silenzioso, partecipe e coinvolto.
In conclusione, tornando a noi, vorrei rispondere a chi nell’arco del mio tempo lavorativo fino ad oggi, mi ha sempre detto che la maestra guarda SOLO i bambini giocare…. Vorrei dire a queste persone che hanno capito molto poco. Essere maestra è una grande responsabilità, è un impegno, è una scelta di vita emotivamente consapevole. È una figura speciale che aiuta i bambini a diventare grandi, ad avere fiducia in se stessi e a rincorrere i propri sogni.
La maestra è colei che, da sempre, accende nei propri bambini la voglia di imparare: costante imprescindibile nella loro vita.
Alessia M.
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